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Ad Avellino è l'alba del giorno dopo: rivelati tutti i giochi di potere del capoluogo

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È l'alba del giorno dopo per Avellino, una comunità scossa dagli eventi che hanno portato alla luce uno dei più grandi scandali nella storia politica locale. Ieri, l'ex sindaco Gianluca Festa è stato arrestato nell'ambito dell'indagine "Dolce Vita", che ha rivelato una rete intricata di corruzione e abusi di potere. Tra gli indagati figurano figure di spicco della vita politica e imprenditoriale della città. Il vicesindaco Laura Nargi è stata soggetta a perquisizione, mentre Vittorio Ambrosino, di una rinomata catena di fast food, è stato coinvolto nelle indagini. Questi nuovi nominativi si aggiungono alla lista già in essere, comprendente l'ex sindaco Gianluca Festa, attualmente agli arresti domiciliari insieme all'ex dirigente comunale ai Lavori Pubblici Filomena Smiraglia e all'architetto Fabio Guerriero.

Le richieste del pubblico ministero Vincenzo Toscano di sequestro preventivo per un equivalente di circa 226.000 euro e di applicazione di una misura interdittiva nei confronti della società sono state respinte dal gip Giulio Argenio. Le indagini, scaturite da denunce ed esposti, hanno coinvolto tecniche investigative tradizionali e anche avanzate, tra cui intercettazioni che hanno permesso di documentare assunzioni illecite. Gli indagati sono accusati di una serie di reati, tra cui rivelazione del segreto d'ufficio in relazione a concorsi pubblici per vigili urbani e funzionari tecnici di categoria D. Si è scoperto che le domande d'esame erano state divulgare ai candidati selezionati, favoriti in modo illecito. Emergono figure chiave nell'indagine, come quella di Fabio Guerriero, recentemente sottoposto agli arresti domiciliari, che avrebbe facilitato il superamento delle prove per una collaboratrice del suo studio professionale, Marianna Cipriano, grazie ai suoi legami con l'ex sindaco Festa e l'ex dirigente Smiraglia.

Le indagini rivelano anche il coinvolgimento dell'ex sindaco Festa nell'inquinamento del concorso per vigili urbani, mediante il passaggio di informazioni riservate al padre di un candidato, Davide Mazza. Entrambi sono accusati insieme a Smiraglia di vari reati, tra cui concorso in rivelazione del segreto d'ufficio e abuso d'ufficio. Le irregolarità non si limitano solo ai concorsi pubblici, ma coinvolgono anche due contratti con società facenti parte di un noto network imprenditoriale. Questi contratti, sottoscritti rispettivamente da Smiraglia e dal dirigente Marotta per servizi di promozione eventi cittadini, hanno un importo complessivo di 226.000 euro.

E' innegabile che l'indagine denominata "Dolce Vita" abbia scosso profondamente le fondamenta della politica locale, rivelando una rete di illeciti che ha minato pesantemente le fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ora, dopo il terremoto di ieri, il castello di carte è caduto. Ora bisogna soltanto attendere per capire quali saranno le conseguenze di questo scandalo. Magari, potrebbe finalmente esserci una riforma significativa nel sistema politico di Avellino? Questa è l'unica speranza cui ci possiamo aggrappare. 

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