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Caso Bari, Pisicchio e la chat con Emiliano: mi disse che ero indagato. «Dimettiti oppure ti caccio». La rivelazione al gup

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diGiuseppe Di Bisceglie

Nell'interrogatorio di garanzia Alfonsino Pisicchio ha mostrato e letto i messaggi che si era scambiato col governatore il giorno del suo arresto

Alfonsino Pisicchio sapeva che sarebbe stato arrestato? Se sì, chi lo aveva avvisato? Le dimissioni ad orologeria da commissario Arti, poche ore prima dell'arresto, sono una casualità o una scelta dettata dalla conoscenza dell'imminente svolta nell'indagine a suo carico?

Sono interrogativi ai quali la procura sta tentando di dare una risposta. Dinanzi al giudice, in sede di interrogatorio di garanzia, l'ex assessore regionale all'urbanistica avrebbe rivelato particolari interessanti alle indagini e fatto riferimento ad alcuni messaggi inviati sulla sua utenza telefonica dal governatore Michele Emiliano, il quale, facendo riferimento a non meglio precisate "fonti romane" lo avrebbe avvertito di una svolta nella questione giudiziaria nel quale era coinvolto. Una questione iniziata quattro anni prima e che, d'un tratto, rendeva indispensabile l'esecuzione di misure cautelari.

L'esame dei messaggi sul telefono

Dall'esame del telefono cellulare dell'ex commissario di Arti potrebbero emergere nuovi interessanti elementi in merito alla questione e verificare se, oltre alla conversazione fotografata e inviata ai suoi parenti più vicini, Alfonsino Pisicchio abbia scambiato altre informazioni con Emiliano o con altre persone che gli avrebbero preannunciato l'arresto.

Di sicuro c'è che Pisicchio, sempre in sede di interrogatorio, ha confermato l'esistenza di una chat col governatore, il quale gli avrebbe caldamente consigliato le dimissioni da commissario Arti, altrimenti sarebbe stato egli stesso a rimuoverlo dall'incarico. E alla richiesta di un incontro, il governatore avrebbe risposto con un secco "no".

Pisicchio scelse la via delle dimissioni. La mattina del 10 aprile, poche ore prima che venisse eseguita l'ordinanza di custodia cautelare dalla guardia di finanza, Pisicchio firmò le sue dimissioni dall'incarico ottenuto soltanto nel precedente mese di dicembre. «Nulla di politico» aveva rassicurato, adducendo come motivazione alla sua scelta l'ambizione di dirigere l'Accademia di Belle Arti, istituzione che lo ha visto impegnato come docente di Decorazione e Disegno. 

La comunicazione della Regione

Nel primo pomeriggio del 10 aprile, dalla Regione comunicavano che il nuovo numero uno dell'agenzia Arti era il dirigente Cosimo Elefante, senza fare alcun tipo di riferimento alle dimissioni del commissario Pisicchio. A sera, invece, la Guardia di Finanza eseguiva l'arresto di Alfonso Pisicchio, di suo fratello Enzo e di altre tre persone, una operazione probabilmente accelerata per via del tumulto interno all'Arti delle ore precedenti.

Il giorno successivo il presidente Emiliano comunicava che la scelta di nominare Pisicchio commissario dell'Arti era legata alla rassicurazione ricevuta dell'archiviazione del procedimento a suo carico. Circostanza che, come si è visto, non risultava reale.

Gli approfondimenti sui telefoni cellulari sequestrati dall'autorità giudiziaria il 10 aprile potranno essere utili a fare chiarezza e a definire se vi sia stata una fuga di notizie circa l'imminente esecuzione delle misure cautelari per Alfonsino Pisicchio, suo fratello e le altre persone coinvolte nella faccenda.

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19 aprile 2024 ( modifica il 19 aprile 2024 | 15:41)

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