< Back to 68k.news IT front page

Peste suina nei cinghiali, zona rossa nel distretto del prosciutto di Parma: «Stop esportazioni in Canada»

Original source (on modern site) | Article images: [1]

diChiara Corradi

Il ritrovamento di una carcassa introduce l'allerta anche nell'area simbolo della produzione di prosciutti. Il Consorzio rassicura: «Coinvolta solo fauna selvatica, nessuna limitazione per Italia, Unione Europea, Usa e Australia»

Il ritrovamento di una carcassa di cinghiale, positiva alla peste suina africana, nella zona di Varano de' Melegari ha esteso la zona rossa anche al territorio padre del Prosciutto di Parma, una delle eccellenze del Made in Italy. L'inserimento di Collecchio, Sala Baganza e Felino nella zona di restrizione II provoca automaticamente il blocco delle esportazioni in Canada. I comuni di Langhirano, Lesignano e Traversetolo sono stati inseriti in zona I, con misure di sorveglianza rafforzate: da allevamenti e aziende presenti in questi paesi è ancora possibile l'esportazione.

Il blocco delle esportazioni verso il Canada

Il primo effetto, come spiega il Consorzio del Prosciutto di Parma in una nota sono «le esportazioni in Canada» paese verso il quale «le aziende produttrici situate in zone di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non potranno più spedire il loro prodotto».

L'emergenza e lo stop in Asia

Negli scorsi mesi le «frontiere» di diversi paesi si erano chiuse per il prosciutto Dop, tra le quali quelel di Cina, Giappone, Corea del Sud Taiwan e Messico. Il pericolo è che il virus si espanda visto che resta attivo fino a 400 giorni anche sulla carne stagionata. Va ricordato che questo virus non è trasmissibile all'uomo. 

Il distretto del Prosciutto di Parma: «Solo fauna selvatica»

L'area colpita è fondamentale per la filiera del Prosciutto di Parma visto che a Langhirano, al di là di pochi allevamenti, ci sono i principali stabilimenti di stagionatura. E ora si teme per le centinaia di migliaia di cosce stoccate nei siti. «È importante precisare che al momento attuale il contagio nelle nostre zone interessa soltanto la fauna selvatica, ovvero i cinghiali. Desideriamo pertanto tranquillizzare il consumatore e il settore distributivo riguardo al fatto che la malattia non rappresenta alcun pericolo per l'uomo e che né in Italia né nell'Unione Europea vi sono limitazioni alla commercializzazione del nostro prodotto». A precisarlo all'Adnkronos è Alessandro Utini, presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma, a proposito della Peste suina africana. «Le uniche precisazioni, alla luce del recente ritrovamento nel parmense di una carcassa di cinghiale risultata positiva alla Psa, riguardano l'export extra-Ue, una leva importante per il comparto produttivo del Prosciutto di Parma» sostiene Utini. «Innanzitutto, segnaliamo che le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per le nostre esportazioni come gli Stati Uniti e l'Australia. L'unico cambiamento di rilievo riguarda il Canada, Paese che rappresenta il 2,5% del nostro export, verso il quale le aziende produttrici di Prosciutto di Parma situate in zona di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non possono spedire il loro prodotto». conclude Utini. 

Il ministro Lollobrigida: «Lavoriamo per frenare stop all'export»

 «Stiamo lavorando - ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida - per evitare il blocco dell'export e convincere l'Unione Europea a permettere regolamenti che diano garanzia dei prodotti esportati rispetto alla sicurezza animale».

Assosuini: «Peste suina andava affrontata diversamente»

Con il blocco dell'export anche in altri Paesi si andrebbe ad impattare sul 30% delle vendite dei prosciutti Dop in paesi come Usa, Francia e Germania. Una situazione che preoccupa Assosuini, l'associazione di categoria degli allevatori, critica verso la gestione della pandemia: «Andava circoscritta l'area ligure dove è stata trovata la prima carcassa di cinghiale ed eliminare gli ungulati potenzialmente infetti. Questo non è stato fatto ed è mancata un'azione mirata e determinata». Una procedura, quella dell'abbattimento selettivo dei cinghiali, che è stata attivata in Sardegna e che ha portato alla risoluzione della pandemia.

Cos'è la pesta suina e come si presenta: non si trasmette all'uomo

Il virus della peste suina, per il quale non esistono vaccini, non è trasmissibile all'uomo. Si diffonde tra i cinghiali e tra i suini, anche se - ad oggi - non sono stati rilevati capi infetti nella filiera agricola dei maiali. Le manifestazioni della peste suina sono febbre, inappetenza, emorragie interne: il decesso dell'animale avviene solitamente entro dieci giorni dall'infezione. La Regione Emilia Romagna ha aperto un sito internet con tutte le informazioni necessarie per segnalare il ritrovamento di carcasse infette e con le precauzioni da adottare per limitare la diffusione della malattia

La newsletter del Corriere di Bologna

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Bologna e dell'Emilia-Romagna iscriviti gratis alla newsletter del Corriere di Bologna. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.

19 aprile 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

< Back to 68k.news IT front page